1.Potrebbe parlarci del suo percorso di studi?

<<Io ho iniziato studiando matematica indirizzo generale dopo che ho finito l’università ero indecisa su cosa  fare non sapevo se andare a lavorare direttamente in Azienda però nel frattempo ho trovato un master in Information technology  a Milano premetto che prima non avevo mai programmato perché nell’indirizzo generale di matematica ai tempi in cui l’avevo fatto io il computer l’avevo acceso soltanto per scrivere la tesi, però invece con questo master a Milano, l’università invece l’ho fatta a Messina, di nove mesi è stato interessante perché c’erano dei corsi base e in più bisognava scrivere una tesi in collaborazione con un’Azienda e quindi all’epoca l’Azienda era la Videotime è il problema era un problema di rilevazione automatica in dei segnali mp3, non scendo nei dettagli, però appunto lì c’è stato il mio approccio con l’informatica con l’analisi dei segnali e con la programmazione, perché quando avevo fatto l’università non avevo mai programmato. Il primo scontro è stato con il linguaggio C che non è proprio il linguaggio più facile da apprendere però dopo questi nove mesi,  era un periodo in cui era abbastanza facile essere assunti,  quindi sono andata a lavorare in una Società di consulenza informatica  nel campo delle telecomunicazioni  e quindi mi è capitato di lavorare per Vodafone, Simens H3G, li tendenzialmente sviluppavo software e interfacce grafiche per il monitoring di apparati radio però dopo tre quattro anni che lavoravo mi mancava abbastanza la matematica, mi ero laureata nel 1999 era il 2003 e quindi ripassare dall’azienda all’università non era abbastanza facile anche perché molti argomenti non me li ricordavo più e quindi in questa mia indecisione cercavo cosa fare, perché non ero molto soddisfatta lavorativamente, quindi ho trovato un master in matematica applicata alla Bicocca che era strutturato molto bene perché c’erano delle materie basi, come statistica, probabilità e poi potevi scegliere indirizzo finanziario, economico o industriale ed io ho scelto quello industriale dove c’erano delle materie di computer vision, immagini biomediche, crittografia, quelle che mi ricordo di più, e come vi dicevo prima c’è stata la lezione di immagini biomediche in cui c’era un professore che spiegava la matematica della Tac e praticamente quella è stata una lezione che mi ha aperto un mondo perché mi è piaciuto capire come un matematica, anche molto  elegante e anche abbastanza difficile, tutta sull’analisi  funzionale potesse essere utilizzata in qualcosa di pratico che era questo mondo delle immagini biometriche. Quindi ho scelto di fare lo stage all’università, mentre tutti i miei colleghi facevano lo stage in Azienda, e mi avevano proposto di fare questa tesi di master all’università di matematica a Genova sulla MEG e quindi io ho accettato e ho fatto la mia tesi di master lì e poi da lì ho studiato per l’esame di dottorato, ho provato a Milano, però non sono passata ed ho vinto a Genova. E quindi il mio percorso è stato laurea in Matematica generale, lavoro in Azienda, master in matematica applicata dottorato, ho finito il dottorato nel 2008   e ho fatto degli anni dopo il dottorato a Verona poi a Parma e poi ho vinto il posto qui al LIAC nel 2011, è stato questo il mio percorso.>>

 

2.Come si è appassionata a questa materia?

<<Che io volevo fare matematica lo sapevo fin da piccola quindi dal liceo all’università avevo già deciso, solo in quinto superiore ho pensato di fare ingegneria ma poi mi sono iscritta a matematica. Dopo la laurea in matematica non sono voluta rimanere all’università in quel momento ne ho voluto provare la strada dell’insegnamento a scuola e quindi poi ho scoperto tutto il mondo dell’informatica, dell’analisi dei segnali dove comunque si utilizzano tantissime tecniche matematiche e lavorando in azienda comunque non ero soddisfatta perché passare tutta la giornata in azienda a sviluppare, uno dei lavori che ho fatto è stato quello di creare il sito della vodafone dove si comprano le ricariche online, però mi annoiavo abbastanza  ,mi mancava la matematica però tornare dall’azienda alla matematica era troppo traumatico  quindi il master  è stato un ponte per riprendere certe materie universitarie e li c’è stata la lezione di immagini biomediche che mi ha introdotto verso la matematica nel mondo della medicina e in particolare delle immagini biomediche e delle neuroscienze perché nel 2005 ho iniziato a lavorare sulla m.e.g e tutt’oggi ci lavoro ancora.>>

3.Quali sono i suoi progetti futuri o quelli in cui sta lavorando adesso

Annalisa Pascarella sta seguendo vari progetti e lavori in cui si occupa della MEG (magnetoencefalografia) e dell’analisi dei dati grazie a essa ricavati. In una collaborazione con Montréal sta sviluppando dei software in python per analizzare dati di esperimenti, nei quali si studia il cervello nelle sue varie fasi, spesso quando è a riposo, per poi fornirgli degli stimoli esterni; con delle tecniche algoritmiche si trovano le sorgenti del cervello che si attivano alla ricezione degli “stimoli”, un obiettivo importante è il velocizzare l’analisi di più soggetti. Il software analizza vari dati MEG in maniera efficiente dal punto di vista computazionale e serve anche a studiare la connettività del cervello e il modo in cui le varie regioni sono connesse funzionalmente tra di loro. Fondamentale diventa lo studio di connettività funzionale e analisi di tanti soggetti. La seconda collaborazione è invece con Lione, essa è di carattere neuoroscientifico ed il lavoro si svolge a fianco a neuroscienziati e psicologi. Nei laboratori di neuroscienze le persone sono molto multidisciplinari, si ha a che fare con psicologi, ingegneri, neuroscienziati e altro, tuttavia i matematici spesso danno un grande supporto poiché riescono a capire il problema e ad “entrarvi dentro”, analizzandolo nel modo migliore.

4.Ha mai partecipato a progetti esterni al suo ambito di studi, in particolare improntati su altre materie?

<<In generale questi problemi sono improntati  su altre materie perché lavorando  appunto sia a Montreal che a Lione lavoro molto con medici, psicologi. Ad esempio anche in Canada e Lione mi è capitato anche di fare la lezione sui problemi inversi a grandi linee come l’ho fatta a voi perché parlavo a gente che andava dallo psicologo, che da un punto di vista matematico le formule anche no, agli ingegneri, matematici e fisici. Quindi  in generale nel mio lavoro mi capita  di lavorare con persone che non hanno il mio stesso background.>>

5.Ha delle passioni al di fuori dell’ambito lavorativo?

<<La fotografia tanto, mi diletto a fare qualche foto, poi il cinema, un po’ di lettura e i viaggi.>>

Mattia Santucci